


Eh, macchè primavera e primavera, a dire il vero qui le stagioni come le si intende di solito non esistono. Ci sono grosso modo due stagioni, una più secca e una più piovosa. Durante tutti i mesi del nostro viaggio in barca antecedenti alla nascita di Anna, le nostre stagioni erano forse una delle cose che mi mancavano di più, soprattutto la primavera, con la sua esplosione di fiori al primo accenno di solicello vero. Ad ogni modo le giornate qui si sono fatte meravigliose, l'acqua nella "piscina" delle bambine, ovvero l'angolo di spiaggia ormai destinato ai loro tuffi e giochi, raggiunge in alcuni momenti della giornata la temperatura di 40 gradi circa, sembra in effetti di essere alle terme. Questo permette alle bambine di stare in acqua a lungo prima di sentire freddo, anzi diciamo che il freddo non lo sentono proprio e ci vuole del bello e del buono per tirarle fuori a fine giornata, e anche io in effetti resto sdraiata a mollo talmente a lungo che paio uno di quei coccodrilli dei fiumi africani, forse se aprissi la bocca qualche uccelletto verrebbe a pulirmi i denti. Questi giorni sono inoltre all'insegna degli eventi sociali, praticamente tutte le barche italiane sono affluite verso Cayo Lemon una dopo l'altra, richiamate misteriosamente dal luogo, come tartarughe marine che tornano tutte insieme a deporre le uova nella stessa spiaggia, in questo momento conto ben 11 barche italiane, ovviamente americani francesi e spagnoli hanno immediatamente levato l'àncora, inorriditi da tanta invasione, e la baia è tutto uno sventolar di tricolori (beh noi a dire il vero battiamo bandiera finlandese, ma non facciamo i pignoli!). Le occasioni di socializzazione con i connazionali ovviamente non mancano, e gli uomini si organizzano per epiche battute di pesca e tornano con bestioni di 8 chili. A proposito di eventi sociali, due giorni fa Anna e io siamo persino andate a pranzo su un catamarano il cui proprietario era appena tornato da Panama con del tenero filetto di manzo, di solito noi decliniamo gli inviti a pranzo e cena perché incompatibili con gli orari delle bambine, ma non appena Anna ha sentito la parola "carne" non ha capito più nulla e ha vinto persino la sua proverbiale e ormai leggendaria ritrosia pur di affondare i denti in una bistecca vera. "Che cosa stiamo aspettando, mamma?" mi ha chiesto. "Per fare cosa, Anna?", le ho chiesto "Pel andale a mangiale la calne" mi ha rispotsto lei. Erano le 11.00 del mattino, e l'invito era per le 13.00! Domani è prevista una grigliata sulla spiaggia, e insomma mi piace pensare, forse un po' ingenuamente, che almeno qualcuna di queste barche sia arrivata qui appositamente per salutarci, visto che la nostra partenza è prossima...
Sento un p'ò di nostalgia nelle tue parole....e chi non ne avrebbe, alla fine è solo un arrivederci,la vostra avventura è solo all'inizio.
RispondiEliminaBuona grigliata