sabato 7 marzo 2009

Disastri e dispetti


Vento, vento, vento. A quanto pare sembra che a Cartagena ci siano 50 nodi e passa, qui alle San Blas ce la caviamo con 30-35 e tanti acquazzoni, e il mare e l'alta marea si sono mangiati le spiagge. Le bambine chiuse in barca friggono, Chiara non si può perdere di vista mezzo secondo, sempre impegnata com'è a scalare qualcosa, come ti giri un attimo si è già arrampicata sul tavolo di carteggio, oppure sulle cuccette superiori, oppure sul lavandino della cucina, un giorno di questi ce la ritroveremo in testa d'albero. Anna attraversa periodi angelici in cui ogni ragionamento con lei è possibile, a periodi di regressione e di dispetti in cui ce la fa pagare per le nostre colpe di genitori passate, presenti e future. Ieri ad esempio ha rovesciato un intero secchio di acqua salata (che avevo lasciato colpevolmente pieno, pur conoscendo l'inclinazione distruttiva che a volte coglie la mia figlia maggiore) nel tambuccio di prua, allagando i letti di prua di acqua salata, iattura temuta ed evitata come la peste perché notoriamente l'acqua di mare non asciuga mai completamente, e attirandosi le mie ire funeste. Nel tentativo di riguadagnare il terreno perduto, Anna è stata seduta composta ad aspettare prudente la fine della buriana, poi ha fatto diligentemente la pipì nel vasino e non dove capita sul teak della barca come è invece sua perniciosa abitudine, e poi ha diviso amorosamente e in pace tutti i suoi animali della fattoria con Chiara, che continuava a guardarla con aria perplessa e sospettosa per tanta improvvisa munificenza disinteressata, e non riusciva a capire dove fosse la fregatura. La prova lampante che Anna, quando vuole, è dunque in grado di comprendere bene i confini del bene e del male, confini che nella sua vita per ora sono ancora ben definiti (crescendo, ahimè, le cose si complicano alquanto!), rende ancora più cristallino ai nostri occhi il significato dei suoi dispetti. Chiara, per non essere da meno, ha dato il suo contributo al casino generale cagando in abbondanza sul tettuccio trasparente del tambuccio principale, che è un tettuccio che si chiude scorrendo orizzontalmente e a scomparsa: per fortuna di tutti, Anna ci ha avvertiti del fatto prima che qualcuno di noi aprisse il tambuccio da sotto, spalmando così la cacca all'interno della stretta apertura a scomparsa e sulla superficie del tambuccio stesso: sarebbe stato un po' come spalmare un bel cucchiaio di nutella su una fetta di pane e poi infilare la stessa nell'apertura orizzontale di una cassetta della posta, e avrebbe segnato l'apoteosi della mia carriera di spalacacche a bordo, che ha raggiunto ormai momenti di lirismo per la geniale creatività di cui entrambe le mie figlie hanno dato prova finora in questo campo!

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