giovedì 12 giugno 2014
Papeete 2014
Cari amici della Purple family, ci eravamo lasciati un anno fa tra i capricci del nostro motore, e ci ritroviamo un anno dopo, tra i capricci del motore.
Papeete 2014: sarebbe un buon titolo per delle Olimpiadi un po' speciali, in cui guadagnerei sicuramente il podio in diverse discipline, come i 100 metri in velocità per aeroporti, lancio del fuso (orario) e sollevamento bagagli.
A proposito di valigie, per il secondo anno consecutivo il mio bagaglio è andato smarrito, a 3 giorni dal mio arrivo a Papeete non è ancora stato localizzato e lo immagino giacere, docile e ignaro, in qualche punto imprecisato del globo.
La vita qui a Papeete, in attesa di salpare per le Tuamotu, segue i binari familiari di quando stazioniamo in un marina: La configurazione tipo prevede Alessio, nero di grasso dalla testa ai piedi, intento a lavorare indefesso a qualche sistema vitale della barca che ha deciso di lasciarci, dopo anni di onorato servizio.
Io, nel mio habitus di casalinga disperata, faccio la spola tra la barca e un gigantesco supermercato che mi riduce regolarmente in uno stato di prostrazione, sia per la mia incapacità cronica di fare la spesa con efficienza, sia per le decine di corridoi murati di merci di ogni tipo, tutte però con il medesimo comun denominatore di non essere mai ciò che sto cercando.
L'altro mio regno, nei marina, di solito è la lavanderia, luogo uterino e caldo in cui impiego tutte le mie energie per non tingere tutto il bucato di marrone, sebbene una vocina interna da anni continui a ripetermi che tutto sommato sarebbe una liberazione.
La lavanderia del Marina Taina di Papeete è così lontana dalla barca che oggi ci sono andata con un carrello del sopracitato supermercato, carico dei miei 10 chili di bucato e di due bambine.
Mi sentivo uno di quegli homeless di New York, con tutti i miei averi nel carrello, sporca, scarmigliata e sudata.
Dopo una decina buona di minuti di tira e spingi sotto il sole cocente, sono alfin giunta a destinazione, dove ho trovato un laconico cartello su ogni lavatrice: "out of order".
Mi sento un po' "out of order" anche io, ma domani, lo so, andrà meglio: ad esempio, forse troverò nel supermercato gigante il barattolo di miele che sto cercando da due giorni senza successo, oppure chissà, magari domani ritroveranno il mio bagaglio. Dentro, ci sono due barattoli di miele!
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