lunedì 23 giugno 2014
Verso Tikeahu
A quasi due settimane dal nostro
arrivo a Papeete, sabato abbiamo finalmente lasciato il marina, diretti
alle Tuamotu. Il Carrefour e' stato domato, i bucati fatti, le vele armate,
il motore rieducato. Ci siamo dunque sparati oltre 24 ore di bolina, 170
miglia nella solita vita da "sbandati", e battesimo della navigazione di
quest'anno per le bambine e per me. Mal di mare assicurato per tutto
l'equipaggio, contro cui non ha potuto nulla, nemmeno la mia fida chimica
farmaceutica. Le bambine sono rimaste spiaggiate a poppa, in stato
semicomatoso, per 24 ore filate, mentre io ho alternato invocazioni
supplici a strali e invettive contro il mare, il vento e l'intero Oceano
Pacifico. La bolina e' l'andatura amata dai velisti "veri", a me invece
piace la poppa con un bel venticello a 15 nodi, mare senza onda, sole e una
birretta fresca in mano, in attesa che la lenza della canna da pesca dia un
bello strattone. Alla fine delle nostre sofferenze, comunque, siamo stati
ricompensati dalla vista di Tikeahu, con i suoi "motu" bianche e rosa sotto
un sole scintillante. Sulla coperta, stamattina, un pesce volante, tradito
da un volo notturno troppo ambizioso, ci fissava con gli occhi sbarrati,
ormai senza vita: il suo sguardo attonito pareva interrogarsi sulle
probabilità di incrociare il suo destino con il nostro, una notte di
giugno, nella vuota immensità dell'Oceano Pacifico...
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