giovedì 13 giugno 2013
Il pulcino delle Marchesi
Nuku Hiva, isole Marchesi. Pare incredibile essere qui, in mezzo al Pacifico, dopo un viaggio no stop durato quasi due giorni, con 3 scali e 3 aerei diversi.
Alesso, lui, c’è arrivato in 18 di traversata a vela e in solitaria dalle Galapagos, 3000 miglia (cioè quasi 6000 chilometri!) nel blu dipinto di blu del Pacifico.
Il viaggio, anche se eterno, sarebbe andato liscio come l’olio, se non fosse per il fatto che entrambe le mie valigie sono andate disperse a Parigi, nella coincidenza strettissima tra due dei miei tre voli. Mentre correvamo a perdifiato tra i vari terminal (la corsa in aeroporto è un grande classico dei miei voli intercontinentali con le bambine), e una voce nella mia testa scandiva “Run, Forrest, RUN!”, sapevo che forse NOI ce l’avremmo fatta a prendere quell’aereo per Papeete, ma le mie valigie di certo no.
E così, eccoci qua, in una baia incorniciata da montagne ammantate di verde, di fronte a un’isola ricoperta di foreste di pini e di acacie, attraversata da gole profonde e paesaggi mozzafiato.
Ma ci sarà tempo per parlare della verde bellezza delle Marchesi, perché oggi voglio parlare di altro.
Da tre giorni abbiamo un nuovo membro dell’equipaggio: si tratta di un esemplare poco più che implume di Gallus Gallus Domesticus, alias pulcino Pio, trovato disperso e pigolante in un angolo di strada e imbarcato tra le grida di gioia delle bambine e un sospiro di rassegnazione di Alessio.
E così, dopo aver resistito a Milano per anni alla richiesta di avere cani, gatti, criceti e pesci rossi, alla fine abbiamo capitolato adottando una gallina e per giunta in barca.
Forse era destino, mia mamma in fondo me lo aveva sempre pronosticato che per tutti i miei sbriciolamenti mi ci sarebbe voluta una gallina!
Pio, oltre a essere piccolissimo, è anche zoppo: si è fatto male a una zampina dopo essere evaso dalla sua cuccetta durante le due ore che ha trascorso in barca da solo. Al nostro ritorno in barca lo abbiamo trovato riverso in pozzetto in fin di vita, dopo che era precipitato da mezzo metro ed era rimasto per ore sotto il sole cocente, incapace di rialzarsi sulla zampa offesa.
Da allora, abbiamo deciso che lo avremmo portato con noi ogni volta che fossimo scesi a terra, e ora passeggiamo, facciamo la spesa e giriamo per Tahioae con un pulcino strepitante al seguito.
Pio emette due pigolii al secondo, per tutta la giornata, ininterrottamente. Col calar del buio si spegne di colpo e cade addormentato fino al sorgere del sole (non per niente è una gallina!), quando riprende il suo pigolio ininterrotto e sveglia tutta la barca: e questo accade alle 06.00 del mattino.
Resta da vedere che cosa faremo di lui nei prossimi giorni: siamo infatti in partenza per circumnavigare Nuku Hiva, e Pio non è ancora in grado di camminare e nutrirsi da solo. Forse potremo liberarlo a Hiva Hoa, se per allora avrà raggiunto una discreta autosufficienza, prima del nostro salto verso le isole Tuamotu (400 miglia, ovvero 3 giorni di navigazione).
Pìopìopìopìopìopìopìopìopìopìopìo!
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