lunedì 1 febbraio 2010

Partite da Milano (per un pelo!)

Shelter Bay Marina, Colon, inizio 2010, un anno dopo.
Rieccoci a bordo. Siamo arrivate due giorni fa ma le cose da raccontare sono già tante, e non so bene da dove cominciare.
Anzi no, lo so: comincerò con un grazie gigantesco alla mia amica Lorenza, che ci ha salvato il viaggio in extremis, una roba da film americani, quando succede di tutto e poi va tutto a finire bene, ma soltanto all'ultimo secondo.
Per farla breve, è successo che avevo appena imbarcato le valigie dell'intera truppa, quando Anna ha lamentato un forte dolore al braccio.
Ho saputo all'istante che cos'aveva: pronazione dolorosa del gomito.
E dire che ogni madre sa che i bambini non vanno tirati su per i polsi, ma quando Albert l'aveva fatta giocare in quel modo avevo represso il campanello di allarme, dicendomi che ero la solita guastafeste ansiosa.
Avevamo solo un'ora prima dell'imbarco, non c'era il tempo di andare in ospedale, ci siamo fiondate al pronto soccorso di Malpensa dove una giovin dottoressa fresca di laurea e un manipolo di infiermieri hanno crollato la testa: la manovra non la sapevano fare, Anna doveva essere vista da un ortopedico.
Siamo tornate al check in, viaggiare con Anna in quelle condizioni era fuori discussione, ho fatto disimbarcare mesta le valigie, poi ho chiamato Lorenza.
E Lorenza mi ha spiegato che cosa dovevo fare, vincendo la mia riluttanza a tentare.
E io l'ho fatto.
E il braccio di Anna è andato a posto.
Ho un ricordo un po' frastornato di quei momenti, con Anna che gridava felice "mamma non mi fa più male il braccio, guarda come lo piego mamma!" e io che non potevo crederci, aveva funzionato, era stato facilissimo, era tutto così assurdo, dov'era la candid camera?
Mi sono voltata verso la hostess per chiederle, un po' timidamente, se eravamo ancora in tempo per reimbarcare le valigie e partire, la hostess ha fatto una telefonata e ha detto "per un soffio, signora" e ci siamo fiondate verso il gate, tra il vociare delle bambine eccitate e il mio silenzio incredulo.
Il volo è stato eterno, però le bambine si sono comportate bene e dopo 25 ore di viaggio, un po' sfatte, siamo finalmente arrivate alla barca dove ho scoperto che Alessio non aveva avuto il tempo di prepararci i letti e, dulcis in fundo, il frigo aveva smesso di funzionare.
Un bello scherzetto, considerato che Alessio aveva fatto la spesa di roba fresca a Panama e che per latte, carne e yogurt si prospettava una bella notte al calduccio... ma questa è un'altra storia.
A domani!

7 commenti:

  1. Coraggio.....non riesco a capire come mai quando si arrivza in barca qualcosa smette di funzionare, è così anche per noi.
    Un bacio
    Marta

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  2. Belli i letti da fare! conosco la situazione...
    Sei stata bravissima fede!

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  3. Che coraggio! Io non ce l'avrei fatta.
    E così si ricomincia... forza!

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  4. Hai gestito l'emergenza Anna magnificamente ;)
    I ricordi frastornati di quei momenti... li capisco :(
    Buon viaggio cari, vi seguo!!

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  5. Se servisse - ma io spero vivamente di no! - conosco una bella manovrina semplice semplice per rimettere a posto la spalla lussata. un bacio cara swanz, la tua blumz

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  6. Ecco sì, ti ci mancava il frigo :-)

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  7. Evviva! Strepitose tu e Lorenza!
    Mamma mia, davvero, che brava che sei stata!
    Al prossimo giro di pronazione ti posso fare uno squillo? ;-)

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