sabato 21 febbraio 2009

Da Cartì a Cayo Holandes








Bene, meno male che volevo fare vita da spiaggia sempre nello stesso posto... da quando l'eolico si è rotto, abbiamo tenuto una media di uno spostamento ogni due giorni, in due settimane abbiamo cambiato 7 ancoraggi, e adesso vorrei palafittarmi in qualche bel posto. Al termine della giornata di l'altro ieri passata da sola con le bambine, tutte e tre chiuse in barca a Cartì, Ale mi ha ritrovata a sera sull'orlo di una crisi di nervi, ma se non altro è tornato carico come un cammello di mercanzie da Panama e soprattutto col prezioso pezzo dell'eolico. Speriamo funzioni, non abbiamo ancora avuto il tempo di montarlo. Il 19 febbraio, cioè oggi, volevamo essere a Cayo Holandes per partecipare al raduno di tutte le barche italiane (e di un bel po' di altre nazionalità) per una grande festa, e dunque ieri ci siamo affrettati a partire da Cartì verso Cayo Holandes. Peccato che siano 30 miglia, tutte col vento in faccia, e dunque ieri abbiamo fatto una prima tappa intermedia fermandoci a Salar. Navigazione tutta di bolina stretta, con la barca inclinata di 30 gradi, due mani di terzaroli (ovvero con la superficie della randa ridotta), vento con raffiche di 25 nodi e mare con onda. La navigazione di bolina con due bambine piccole non è nè facile nè divertente. Forse se non avessimo dovuto tirar bordi e cambiar mura (cioè dover cambiare l'inclinazione della barca prima da un lato e poi dall'altro, facendo una sorta di zig zag per risalire il vento contrario, per intenderci) le bambine avrebbero anche dormito, ma a ogni virata Chiara rischiava di rotolare da una parte all'altra e dovevo attutirne il rotolamento io, con il risultato che alla fine si è svegliata punto e basta, e mi sono ritrovata con due bambine a prua, rognose e sudate, che ballonzolavano da una parte all'altra della cabina come palle da bowling. Bolina eterna, umore nero. Oggi seconda tappa da Salar a Cayo Holandes, dove abbiamo ritrovato tanti amici e dove c'è una famiglia Kuna con 7 figli, dai 16 ai 2 anni. Dopo il primo momento di ritrosia, Anna ha giocato e si è divertita come una pazza con la bimba Kuna, mentre Chiara passava di braccio in braccio delle altre ragazze più grandi, dispensando grandi sorrisi a tutti. Credo che ci fermeremo un po' qui, ad Anna farà bene avere degli amichetti Kuna con cui giocare un po', e comunque io sento il bisogno di fermarmi e tirare i remi in barca (ah ah ah). Stasera c'è la grande festa, Ale e io ci siamo fatti staffetta, io sono scesa per prima e mi è toccata la parte della serata in cui tutti sono sobri e si fa un po' di conversazione, poi mi hanno riportato in barca ed è sceso Alessio, cui toccherà la parte della serata in cui tutti invece bevono come spugne e finiscono per fare il trenino cantando Brasil Brasil, in barba alla loro veneranda età. Prevedo per lui un hangover da paura quando domattina alle ore 06.30 in punto, precise come l'orologio atomico del Cern di Ginevra, le nostre figlie apriranno gli occhi, e un secondo dopo le ugole, e partiranno a mille per un'altra giornata alle San Blas, e la festa ce la faranno loro. Yeah!

1 commento:

  1. Bolina....due mani di terzaroli.....un incubo per me.
    Però la festa la invidio eccome.
    Un bacio

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