domenica 15 febbraio 2009
A Cangombia, pensieri e propositi
A volte, rileggendo i miei vecchi post di questo blog, mi rendo conto che la cronaca di questa esperienza appare in qualche modo filtrata, come se i suoi estremi fossero tagliati, i bassi e gli acuti attutiti, i rumori di sottofondo eliminati. In realtà questo lavoro di post produzione è inconscio, e ci sono più motivi alla base. Il più importante tra tutti è che nei momenti di vera bellezza, purezza e perfezione e, parimenti, in quelli dove uno spleen cosmico e una noia mortale mi sommergono in ondate di infelicità, non ho nessuna voglia di scrivere un blog. I momenti di gioia vera, dove tutto mi pare buono e giusto e produce un bel suono di ingranaggio ben oliato, e quelli di lacrime dove mi sento imprigionata in una dimensione che non mi appartiene, hanno il tempo di depositare, di sedimentare e venire filtrati dalla vita reale, che è in effetti un filtro molto efficace. Il secondo motivo è che, a differenza della mia vita da velista pre-bambine, io conduco ora un'esistenza molto poco contemplativa e molto pratica. Non trovo il tempo necessario per l'autoanalisi e dunque vivo e basta, senza chiedermi molti perché, nel bene e nel male. Mi rendo conto che in questi scritti lo spazio dedicato alle bambine è preponderante ma è giusto così, perché questo corrisponde, almeno nel mio vissuto, al vero: le bimbe e il nostro rapporto con loro dilagano dappertutto in questa esperienza, riempiono ogni interstizio fisico e mentale della mia vita. Le emozioni evaporano come neve al sole, ma le bambine sono reali. E dunque diamo un taglio a questo pippone e passiamo a cose più concrete, ieri la giornata era cominciata malissimo, le bambine si sono alzate alle 06.00, poi l'anguria è esplosa liquefacendosi completamente e impregnando la cuccetta superiore in quadrato, un disastro, Alessio ha smontato tutto mettendo a soqquadro i già pochi spazi in quadrato a disposizione, le bambine sono state rognose tutta la mattina, Anna ha cominciato a lagnarsi che voleva tornare in barca 5 minuti dopo essere andati in spiaggia, Chiara aveva sonno e fame e ilcielosolosacosa e voleva stare soltanto in braccio, e le citras, i fastidiosissimi mosquitos delle San Blas, ci spolpavano vive. Alessio lavava al pozzo lenzuola, fodere e telini antirollio e io ero STUFA. Nel pomeriggio la giornata si è però rialzata, Anna ha finalmente imparato a nuotare da sola con i braccioli e questo l'ha riempita di soddisfazione, e insomma siamo arrivati a sera contenti e dunque pari e patta. Appunto, come dicevo, miseria e felicità si alternano e dunque alla fine si annullano tra di loro. Oggi ci spostiamo a Salar, e domani a Cartì, dove martedì Alessio scenderà a terra e mi lascerà da sola tutto il giorno, in barca, con le bambine. Aaaaarghh.
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In barca da sola con le bimbe: ti penserò bella donna!
RispondiEliminaDai che ce la farai wonder woman!!!!!!
RispondiEliminanooo, l'anguria noooo
RispondiEliminache sbattimento
baci!
In bocca al lupo per la giornata da sola con le bimbe. Te la caverai, come sempre.
RispondiEliminaHa vinto Ale quindi:-)
RispondiEliminaPosso sghignazzare???
Sarai come sempre all'altezza!
Guarda che noi riusciamo a leggere anche ciò che non scrivi e ci piace che le bimbe abbiano la parte delle principali protagoniste in questo blog! BACI
Come è andata la giornata da sola con le bimbe? Immagino benissimo come sempre! Baci!
RispondiEliminaAllora, com'è andata? Racconta, racconta!
RispondiEliminaBaci, come sempre.