martedì 5 agosto 2014
La forchetta
"Mamma, non ti preoccupare per la forchetta. Stanotte io e Chiara scriveremo alle nostre fate di ridarcela e domani ce la riporteranno". La "forchetta" è il pezzo del salpancore scivolato in mare ieri, e questa conversazione si è svolta ieri sera. Ho speso un po' di parole per spiegare che, insomma, non proprio tutti i desideri si avverano, e che su questo in particolare non dovevano contarci troppo, e blablabla, ma l'immaginazione delle bambine è senza confini, e la loro fiducia nei poteri delle loro fate madrine è incondizionata. Ebbene, che ci crediate o no, stasera la "forchetta" è tornata a bordo. No, non l'abbiamo trovata nello stomaco di un pesce pescato con la lenza, nè ci è stato restituito in equilibrio sul rostro di un delfino, come nella migliore tradizione delle favole classiche, eppure... si dà il caso che in questo ancoraggio solitario sia arrivata un'altra barca e, coincidenza ancora più fortunata, che su questa barca ci fosse tutto l'occorrente per le immersioni con le bombole. Abbiamo chiesto in prestito una bombola e, tempo cinque minuti, Alessio è tornato trionfalmente in superficie, in una nuvola di bolle, con stretto in mano il pezzo perduto e il braccio teso, modello Statua della Libertà con bombole e maschera: sarebbe stato un bel quadro di Andy Warhol. Poi, tutti a brindare a bordo della Louise (la barca che ci ha aiutati). "Hai visto, mamma, te lo avevamo detto: abbiamo spedito il desiderio con la "posta fatillica", ha detto Anna. Niente male, questa posta fatillica. Potrei prenderci l'abitudine!
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