giovedì 14 agosto 2014
Anse Amyot
Eccoci a Toau, dopo una giornata di bolina a 25 nodi, su un mare decisamente arrabbiato. La barca, come sempre, tiene bene la bolina, proprio come un fantino esperto sa montare un purosangue nervoso. Siamo arrivati in un ancoraggio che si chiama Anse Amyot, e questo è proprio uno dei posti speciali delle Tuamotu, di quelli che ti ricordi per sempre. Chi di voi volesse avere una visione "aerea" dell'Anse Amyot può cercarla su Google Earth! Si tratta di una "falsa passe" perché, entrando da quella che sembrerebbe una normalissima passe di accesso alla laguna interna dell'atollo, si accede invece a una specie di "cul de sac" chiuso da un lungo reef corallino a pelo d'acqua, oltre il quale le barche non possono passare. Una piccola laguna nella laguna, insomma. Il risultato è una sconfinata piscina naturale che si estende a perdita d'occhio, e che all'occhio regala tutte le sfumature di turchese possibili. A distanza di poche decine di metri uno dall'altro, piccoli giardini corallini a pelo d'acqua offrono riparo a pesci di ogni tipo e dimensione: cernie, pesci napoleone, razze, murene, cavallucci marini e ogni genere di colorato pesce tropicale, senza contare gli onnipresenti squali, tutti si lasciano avvicinare senza mostrare turbamento alcuno, ostentando viva curiosità oppure profondo disinteresse per quegli strani esseri pinneggianti che li guardano con grandi occhi liquidi dietro maschera e boccaglio. A terra, una donnona polinesiana con un marito magrolino magrolino regnano su questo paradiso, insieme agli animali tradizionali con i quali i polinesiani hanno attraversato il Pacifico sulle loro piroghe: porcellini che grufolano allegramente nel duro terreno corallino, galline, galletti e pulcini, e l'immancabile torma di cani gialli il cui passatempo preferito è lanciarsi in acqua cercando di azzannare gli squali che vengono a riva in cerca di avanzi di pesce. Insomma, i cani che inseguono i pescecani!
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