domenica 4 agosto 2013

Ma ke bbella, Makemo!

Siamo arrivati a Fakarava, dopo aver toccato, praticamente a volo d'uccello, le bellissime Makemo e Tahanea. A Makemo il tempo è volto finalmente al bello e ci ha permesso una giornata in spiaggia di quelle che non si scordano più. Su una spiaggia sconfinata, per lunghezza e profondità, dove le uniche impronte di esseri viventi erano le tracce dei paguri giganti, le bambine hanno costruito Paguropoli, una intera città con tanto di strade, incroci, case e persino una scuola. Davanti a questa spiaggia immensa, una sconfinata piscina di acque turchesi e cristalline offriva alle mie urbaniste un meritato refrigerio dopo tanti sforzi edilizi. A Tahanea siamo arrivati dopo una navigazione sofferta e sballottata, con la solita onda lunga al traverso e il mio stomaco a yo-yo. Abbiamo avuto a malapena il tempo di metter piede sulla spiaggia, che già era tempo di metter la prua su Fakarava: e così, non ci siamo fatti mancare nemmeno l'esperienza thriller di uscire dalla passe di Tahanea col buio (brrrrrr!), per poter arrivare in tempo alla passe di Fakarava, dopo una navigazione diurna, finalmente, tranquilla e perfin godereccia, che nemmeno una bella vomitata di Anna sul lato sopravvento della coperta è riuscita a funestare. Sì, sì, lo so che avevo detto che ero rimasta l'unico membro dell'equipaggio a soffrire il mal di mare, ma la nostra barca ha un senso dell'umorismo tutto suo!

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