sabato 23 luglio 2016

Himatangi

Wow, il mare! Con tutto il verde di cui ci siamo riempiti gli occhi in questi giorni avevo quasi scordato che la Nuova Zelanda è un’isola. Ieri ci siamo accampati vicino al mare; dopo una nottata di vento furioso a 50 nodi (quasi 100 km/h) oggi abbiamo messo fuori il naso dal camper e ci siamo fatti strada attraverso un sentierino di arbusti e, oh, meraviglia, siamo sbucati su una duna di sabbia. Di fronte a noi c’è lui, l’oceano, che ruggisce possente, ancora arruffato dal vento notturno. Aspiro a pieni polmoni l’aria salmastra e guardo la spiaggia che corre a destra come a sinistra, infinita, a perdita d’occhio. Le bambine corrono a perdifiato. La schiuma del mare sembra panna montata a neve, resta in mano, solida e leggera. Non un’anima viva, non un’impronta. Come sempre, il mare ha cancellato tutto, dalla sera alla mattina, da una marea all’altra, e la spiaggia è sempre la stessa ma è nuova, pronta per un nuovo inizio e una nuova storia.

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