













Avete presente Avatar? Bene, non è della modesta trama del film di Cameron che voglio parlare, ma di Pandora, il mondo alieno in cui si svolge quella storia. In questo mese e mezzo ho avuto più volte l’impressione di vivere su Pandora, ogni volta che ho messo piede in una delle meravigliose foreste pluviali millenarie che in Nuova Zelanda sono protette amorevolmente come neonati.
La colonizzazione della Nuova Zelanda da parte dei Maori e, successivamente, quella ben più invasiva degli europei, ha portato cattive notizie per la flora nativa. Migliaia di alberi millenari, alcuni alti più di trenta metri e con tronchi della circonferenza di 8 metri, sono stati abbattuti per farne canoe, alberi di velieri e per aprire strade dentro il territorio selvaggio.
Alcuni di questi alberi sono più vecchi delle nostre cattedrali europee, e quelli che sono rimasti, ormai protetti in sterminate foreste divenuti parchi nazionali, testimoniano un’epoca in cui in Nuova Zelanda erano padroni solo alberi e uccelli.
E’ difficile descrivere la bellezza e la varietà di queste foreste pluviali, se non mettendo insieme tutto il nostro immaginario letterario, filmico, o più semplicemente archetipico: le foreste delle fiabe, gli alberi parlanti, gli elfi e i troll, e lui, l’Albero di Pandora. Mai, nella mia vita, ho sentito così forte un sentimento di reverenza, di gratitudine, di rispetto e di Amore verso l’immutabile, maestosa dignità di un albero millenario, testimone silenzioso della Storia.
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