mercoledì 30 luglio 2014
Flipper: delfino... curioso!
Siamo tornati al villaggio sulla passe di Tiputa, per rifare cambusa e attendere la finestra meteo favorevole per la traversata verso l'atollo di Apataki, nostra prossima destinazione. Ieri Alessio è andato a fare una immersione al tramonto nella passe, con le bombole, e il fato gli ha regalato una delle più grandi emozioni per un subacqueo, e oserei dire per chiunque: ha nuotato insieme ai delfini! Durante l'immersione, a una profondità di circa 15 metri, è arrivato un gruppo di delfini, insieme a due piccoli, che hanno lungamente giocato con Alessio e gli altri, lasciandosi toccare e accarezzare. No, non si tratta del delfinario di Gardaland, ma a quanto pare i delfini erano in vena di effusioni, perché venivano a posare il muso nell'incavo delle mani, oppure si mettevano in verticale a testa in giù per guardare meglio i subacquei, emettendo il loro caratteristico verso "a nacchera". Ieri sera le bambine e io abbiamo ascoltato i racconti di Alessio con stupore e invidia, soprattutto Chiarina, che è una provetta snorkeler, appassionata della vita sottomarina. Chiara ha solennemente manifestato la sua ferma intenzione di tornare qui "quando sarà grande", insieme ad Alessio, per potersi immergere anche lei con i delfini.
Aspetto di vedere se, quando Chiara sarà "grande", l'idea di andare ancora in vacanza insieme ai suoi genitori, in uno spazio di pochi metri quadrati, conserverà lo stesso fascino che ha ora, agli occhi dei suoi 6 anni!
giovedì 24 luglio 2014
The sound of silence
Spiagge deserte e sconfinate, tramonti tintorettiani, colori cangianti del cielo e del mare. Tanta magniloquenza della natura dovrebbe essere goduta in un riverente silenzio, come logico contrappeso; ma il silenzio non è tenuto in nessuna considerazione dalle bambine.
In ogni istante della nostra giornata di adulti risuonano richiami infantili, melodiosi o imperiosi secondo le circostanze, in una condivisione totale di qualsiasi bisogno corporeo (fame, sete, sonno, cacca).
Gli spazi, così immensi, vasti e azzurri intorno a noi, sono scanditi da un chiacchiericcio continuo fatto di domande, pensieri, considerazioni, canzoncine, litigi.
Care figlie mie, so già che, quando sarete due adolescenti barricate dietro le cuffiette dei vostri ipod, e cavarvi una risposta più articolata di un monosillabo sarà un'ardua impresa, io rimpiangerò questi momenti di horror vacui sonoro, quando nessun vostro pensiero mi è stato precluso.
Eppure, a volte desidero lo stesso, ardentemente, un momento di silenzio, per godere di un tramonto, osservare un uccello volare e ascoltare la mia voce interna, un po' come quando si accosta una conchiglia all'orecchio e si sente il rumore del mare.
sabato 19 luglio 2014
Uova... d'oro!
Abbiamo raggiunto l'estremità est di Rangiroa, ed eccoci in un altro luogo pazzesco. Nelle Tuamotu, in generale, la privacy non è mai un problema (a terra, naturalmente, a bordo è tutta un'altra faccenda!), visto che siamo quasi sempre soli negli ancoraggi, ma qui la "sensazione Adamo-Eva" è particolarmente forte. Senza nessun segnale cellulare, nemmeno una timida tacchetta, saremmo completamente isolati se non fosse per la nostra fida connessione satellitare.
Questo posto incarna l'immaginario da cartolina della Polinesia, e la spiaggia bianca e rosa si snoda come un nastro a perdita d'occhio. Si potrebbe camminare per chilometri senza incrociare anima viva.
Veramente, più che di anime vive dovrei parlare di esseri umani, visto che il motu è gremito di uccelli che stridono senza sosta la loro disapprovazione alla nostra presenza.
Ieri siamo scesi a terra e, mentre passeggiavamo sulla sabbia bianca costeggiando un'area coperta di bassa vegetazione, decine e decine di sterne bianche e nere si sono levate in volo praticamente da sotto i nostri piedi, rivelando ai nostri occhi inorriditi una distesa di nidi a terra.
La visione di tutte quelle uova bianche screziate di rosso, temporaneamente abbandonate, e della nuvola (letteralmente!) di uccelli allarmati in volo sopra le nostre teste, ci ha fatti battere in una ritirata precipitosa verso il gommone, per tema di causare involontariamente qualche danno all'ecosistema.
Per le bambine, la visione delle uova orfane è stato motivo di grande cruccio: "Mamma, ma poi torneranno a covare le uova? Come faranno le mamme uccello a ritrovare il loro nido, se sono tutti uguali? Mamma, ma da un uovo abbandonato poi non nasce più l'uccellino? Che cosa gli succede?".
Alessio, per sdrammatizzare, ha chiosato: "Beh, potrebbe diventare un bell'uovo strapazzato".
Le bambine lo hanno incenerito. Ma scherzaaaaaava!
Chiara ha concluso, categorica: "Non voglio MAI PIU' mettere piede a terra".
Intende, su una spiaggia che appartiene agli uccelli. O almeno, spero!
mercoledì 16 luglio 2014
Ile aux Récifs
Che posto pazzesco! L'Ile aux Récifs non è un'isola, come il nome suggerirebbe, bensì una barriera corallina unica del suo genere. Un reef solitamente è una barriera corallina sommersa, ma questa è una foresta di guglie pietrificate e taglienti che si estende per chilometri.
Al di qua di questo dedalo di sculture bizzarre l'acqua crea pozze, piscine, canali e cascatelle ribollenti: in sottofondo, il fragore dell'oceano che si abbatte sul ring esterno, con onde a tunnel gigantesche che farebbero la gioia di qualsiasi surfista: peccato che poi il malcapitato si affetterebbe sulle guglie acuminate di cui sopra...
Cari amici geologi, vi saranno fischiate le orecchie perché Alessio e io vi abbiamo invocati, mentre discutevamo senza alcuna competenza dell'origine di questi affioramenti misteriosi: corallini, calcarei, basaltici, mah, chissà.
Una breve arrampicatina su questa sorta di Sagrada Familia offre una visione spettacolare e di grande respiro: beh, non uno dei posti migliori dove un povero naufrago, sopravvissuto sul suo canotto autogonfiabile dopo settimane di stenti, si augurerebbe di atterrare. Meglio non scivolare!
Una cosa è certa: il paesaggio è lunare, anzi no, quasi quasi direi vulcaniano.
Sig. Spock, prego, dopo di lei!
lunedì 14 luglio 2014
The age of Aquarius
Eccoci di nuovo a Lagon Bleu, un anno dopo, ma non si tratta del paradiso nell'atollo di Fakarava, bensì dell'omonimo cromatico di Rangiroa. A quanto pare Lagon Bleu sembra essere il nome più gettonato dai polinesiani per descrivere i luoghi di una bellezza sfolgorante, dove sono visibili tutte le sfumature di blu possibile, da blu scuro al turchese. Nomen omen, insomma.
La Lagon Bleu di Rangiroa è proprio una laguna dentro la laguna: una striscia di motu e di barriera corallina forma una sconfinata piscina di acqua azzurra da cui spuntano, nei punti più profondi, singole piccole formazioni coralline dalle forme bizzarre.
Nelle acque più basse e calde stazionano stabilmente decine di squali black tip, totalmente innocui e per nulla intimoriti dalla presenza umana, con i quali Chiara, ormai diventata la seconda più esperta snorkelista della famiglia, nuota completamente rilassata. Forse in una vita passata era uno squaletto anche lei.
Che fosse un posto di squali, a dire il vero, lo avevamo capito già in fase di ancoraggio, quando una pattuglia di 6 squali adulti ci ha raggiunti e circondati. Quando poi abbiamo calato il gommone per raggiungere la spiaggia, ci hanno ostinatamente seguiti, come il coccodrillo di Capitan Uncino. Questo insolito comportamento ha trovato la sua spiegazione quando abbiamo capito che le escursioni organizzate pasturano gli squali per garantire maggiori emozioni ai loro clienti, e che dunque la pervicacia con cui gli squali ci seguivano non era aggressiva ma speranzosa...
Ultima nota di colore, in tanto blu, è costituito dalla simil-Croc verde pisello che Chiara ha pensato bene di smarrire in mare, unicamente perché la sua testa è avvitata sul collo e dunque lei non aveva a disposizione null'altro da abbandonare al suo destino: la novella Cenerentola ha versato, per la sua ciabatta-coccodrillo, le dovute lacrime-coccodrillo, mentre io non ho potuto fare a meno di pensare alla plasticaccia cinese che inquinerà questi luoghi meravigliosi per il prossimo trilione di anni, resistendo placidamente a ogni avverso evento atmosferico.
Chiara si è rifiutata di buttare via la ciabatta rimasta: nel suo incrollabile ottimismo verso i colpi del destino, è convinta che prima o poi l'altra ciabatta le verrà restituita dal mare generoso.
Principe Azzurro (anzi, Bleu!), noi ti aspettiamo!
giovedì 10 luglio 2014
Eyes wide... open!
Buone notizie! Dopo due giorni di bendaggio occlusivo e innumerevoli gocce
e pomate, l'occhio di Alessio sta meglio: ieri e' tornato in possesso della
visione binoculare, a quanto pare il corpo estraneo e' stato rimosso con
successo dalla brava dottoressa di Rangiroa, il ritorno a Tahiti e'
scongiurato e abbiamo finalmente ammainato (metaforicamente parlando!) il
Jolly Roger - la bandiera dei pirati! Grandi festeggiamenti a bordo, ottimo
umore e grande sollievo. Occhio che vede, cuore non duole!
martedì 8 luglio 2014
Occhio!
Per la miniserie "medici senza frontiere" della Purple Family, che
meriterebbe ormai una sezione del blog a parte, segnalo che, dopo i
capitoli dedicati alle ustioni, ai morsi dei cani, alle malattie
esantematiche, agli ascessi, ai traumi dentali, alle febbri tropicali e
alle otiti, quest'anno e' il turno dell'oftalmologia. Alessio infatti ha
probabilmente un minuscolo corpo estraneo nell'occhio sinistro, regalo di
una delle sue sessioni con il trapano, e cosi' oggi abbiamo aggiunto anche
l'infermeria di Rangiroa alla nostra già nutrita collezione di ospedali off
shore. La dottoressa ha rimosso il corpuscolo di ruggine dalla cornea, ma
non sappiamo ancora se sia riuscita a eliminare tutto oppure se si renderà
necessario un trasferimento a Papeete per un esame e un intervento più
specialistico. Nel frattempo elaboriamo piani B a tutto spiano - "Tre donne
in barca", oppure "Ritorno a Thaiti" sarebbero ottimi titoli per un
cinepanettone dei Vanzina - e attendiamo il responso del tempo. Nei
prossimi due giorni avremo una "visione" più chiara (e' proprio il caso di
dirlo).. Occhio...
lunedì 7 luglio 2014
Rangiroa
Da cinque giorni siamo a Rangiroa. Rangiroa, con i suoi 90 chilometri di
lunghezza e i suoi 30 di larghezza, può contenere l'intera isola di Tahiti
ed e' l'atollo più grande di tutte le Tuamotu, e il secondo al mondo per
grandezza (per sapere quale sia il primo chiedete a Google, io non lo so!).
Galvanizzati dal nostro momento Abbagnale di qualche giorno fa, l'altroieri
abbiamo voluto sperimentare il momento Bartali e Coppi e ci siamo sparati
in bicicletta i 15 chilometri (e altrettanti al ritorno) che separano le
due passe dell'atollo, con vedute spettacolari del reef esterno, su cui
l'oceano rompe bellicoso in olde alte e spumose, per poi distendersi in
larghe piscine trasparenti su un fondo corallino basso e piatto. Inutile
dire che l'andata, con le gambe fresche e il vento in poppa, e' stata una
passeggiata, mentre nei 15 chilometri di ritorno, col vento in faccia, mi
sembrava di pedalare nella melassa, e sono arrivata con un palmo di lingua
di fuori, un quarto d'ora dopo Alessio, che nel frattempo aveva tagliato il
traguardo fresco come una rosellina rorida di rugiada. A me come sempre è
toccata la maglia nera, tra le grida di scherno delle bambine: grazie
tante, loro erano sui seggiolini!
giovedì 3 luglio 2014
Le ultime parole famose
Solo tre parole: motore gommone ingrippato. (Vedere post precedente). Grrr. Con il gommone carico di noi quattro e della spesa appena fatta, il motore fuoribordo ha deciso di svenire di colpo e ci ha lasciati in panne a rispettosa distanza dalla barca, costringendoci a remare fantozzianamente e contro corrente verso la barca. Fortunatamente, non c'era vento. Mentre pagaiavo con la consueta imperizia, non mi sfuggiva l'ironia del fatto che, alla faccia di tutto l'equipaggiamento di emergenza che abbiamo in barca incaso di affondamento - epirb, satellitare, zattera autogonfiabile, razioni di emergenza, eccetera - stavamo invece andando alla deriva tutti e quattro su un gommone senza avere a bordo nemmeno una radio vhf o una bottiglia d'acqua. In compenso avevamo tutta un'intera spesa a bordo, burro compreso. Naufraghi si', ma con pane e nutella, prego! (P.s. Alla fine il burro in barca e' arrivato sciolto...).
martedì 1 luglio 2014
Momenti
Una birra fresca in mano, nell'aria ferma e tiepida si spande la voce di Cat Power. E' l'unica voce: Anna legge, Chiara disegna. Nel cielo stellato, una fettina di luna illumina il mare immobile. Si può dire che siamo felici, senza che domani si rompa il dissalatore, o si stracci la randa, o si ingrippi il motore? Io oso, e sia quel che sia!
Planetario
Stanotte, alle 3 del mattino, mi sono svegliata e sono uscita in pozzetto. La volta stellata era riflessa nella laguna totalmente ferma. Nemmeno un'increspatura alterava la sensazione di cielo capovolto sotto di noi. La costellazione dello scorpione si stagliava nitida e bassa sull'orizzonte, fronteggiando uno scorpione speculare altrettanto bellicoso. La barca pareva sospesa nello spazio. Oppure in una grande palla di vetro, piena di lustrini luccicanti. Per favore, non agitatela!
L'isola degli uccelli
Immaginate un isolotto ricoperto di vegetazione, circondato da un reef corallino in cui emerge ogni tanto l'inconfondibile pinna nera di uno squalo black tip. Sull'isolotto diversi ficus centenari, dal grosso tronco liscio e le radici contorte, offrono riparo a migliaia di uccelli: sule, sterne, rondini. Su ogni singolo albero o arbusto dell'isola vi sono decine e decine di nidi, da cui spuntano morbidi pulcini piumosi bianchi o neri, che si lasciano avvicinare senza mostrare paura. Il cielo e' pieno di uccelli in volo, e l'aria vibra di stridi e versi di ogni tipo. Ecco a voi Motu Puarua, riserva ornitologica e luogo di riproduzione di migliaia di uccelli. Niente paura, non siete in un film di Hitchcock, ma guardatevi la testa lo stesso: su Motu Puarua, infatti, mettere il piede su una cacca non e' l'unico modo per assicurarsi una giornata fortunata!
Iscriviti a:
Post (Atom)