Ultimi giorni qui al marina di Shelter Bay. Come già sperimentato in passato, la vita attraccati al porto ha un che di alienante, Alessio si tiene impegnato svitando, martellando, trapanando e ingrassando (nel senso che spalma il grasso, non che ingrassa lui), mentre io basculo con le bambine tra la piscinetta del marina e la lavanderia.
A dire il vero il senso di alienazione è solo mio, perché le bambine non si annoiano mai, e anche quando restiamo in barca nelle ore più calde della giornata trovano sempre qualcosa da fare, ma al termine dei loro giochi, all'occhio scorato del genitore di turno si presenta una visione pollockiana della loro cabina, completamente eviscerata: pennarelli, libretti, animali di plastica, vestiti di ogni foggia e dimensione sono buttati qua e là senza alcun criterio, in un ambiente ristretto che, più di ogni altro, chiede a gran voce un po' di ordine per risultare vivibile. Maria Montessori si rivolterebbe nella tomba.
Ieri abbiamo inoltre inaugurato il nostro immancabile bollettino medico di bordo con una rovinosa caduta di Chiara, che è atterrata di faccia piena e si è tagliata profondamente l'interno del labbro superiore , con annessa una bella botta agli incisivi, spero senza conseguenze permanenti sugli stessi (solo il tempo lo dirà), e oggi sfoggia delle labbra a canotto degne di una starlette televisiva dopo una visita al chirurgo plastico.
Il nostro "umorometro" di bordo oggi indica "equilibrio precario": e non è solo quello di Chiara!
lunedì 20 febbraio 2012
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